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Channel: Piccole Storie di Regolare Precarietà » università
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SaltaTempo

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Non si può vivere senza tempo, eppure oggi è così che viviamo.
Riunioni, assemblee, lavoro, studio, birra…
non trovi tempo per pensare, per parlarti, per approfondire.
Corri perché ti è imposto e perché te lo imponi, se stai fermo hai la sensazione di perdere tempo.
Ma forse stare fermi non ci fa perdere tempo, ce ne regala di nuovo.
Non potremmo mai capire cos’è che ci fa stare male se non abbiamo tempo per pensarci.
E così la nostra insoddisfazione si trasforma in un malessere interiore,
un tarlo che ci frantuma il cervello,
ci inacidisce lo stomaco,
ci innervosisce,
ci strema…

Non ci piace quello che studiamo, come lo studiamo, dove lo studiamo.
Non ci piace il nostro lavoro, la nostra (non) paga,
non ci piace la disoccupazione, non ci piace il master.
Forse da soli non potremmo fare molto, ma abbandonarsi al puro flusso dell’abitudine,
quello sì ci distruggerà la vita.

Forse non riusciremo a cambiare tutta l’università,
ma possiamo cambiare il nostro piano di studi, i programmi e i libri che dobbiamo studiare,
organizzare seminari autogestiti, incontrare ed intrecciare nuovi ambiti disciplinari.
Possiamo incuriosirci ed innamorarci di nuovi libri, che ci serviranno sempre,
magari anche per qualche inutile esame.
Forse non possiamo distruggere il baronato e il clientelismo,
ma lo possiamo denunciare e collettivamente lo possiamo erodere e delegittimare.
Forse non possiamo eliminare il precariato o risolvere il problema della disoccupazione,
ma possiamo darci man forte, appoggiandoci, per evitare di sentirci soli di fronte ai migliaia di annunci fasulli,
possiamo costruirci una rete di sostegno non familistica e non ricattatoria.
Possiamo insegnarci a comprendere i contratti che firmiamo,
possiamo condividere i nostri contatti,
imparare a vivere e lavorare insieme.

Forse non avremo distrutto il capitalismo,
ma avremo smesso di imporci la competizione come stile di vita,
e magari avremo superato l’isolamento, l’insoddisfazione e la depressione che ne seguono…

In ogni caso a molti avremo evitato la perdita dei capelli a 30 anni.
E chissà che la crisi non si superi anche così!



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